LA RI-RINASCITA DI ALITALIA (BE OUR GUEST)



Deja-vu
Dopo le eclatanti dichiarazioni dell’inizio della (ennesima) nuova era Alitalia, una volta scemato l’entusiasmo per il celebrato passaggio,  resta la sconcertante pochezza dei dati. In effetti la ricetta somministrata non è che sembri variare di molto dalle precedenti e come sempre prevede sacrifici (ovvio dei dipendenti e dei cittadini, mica di manager amministratori e politici che l’hanno gestita in modo assolutamente inadeguato) sui quali vengono fatte mirabolanti promesse di futura espansione, da raccogliere quando tra qualche anno il bilancio andrà in pareggio e si cominceranno a vedere i primi ricavi .Il punto è che questa canzone con qualche variante sempre scarsamente originale l’abbiamo già ascoltata. Mica una sola volta. Nel corso degli anni il numero degli aerei Alitalia è decisamente precipitato. E con gli aerei sono state tagliate rotte e personale. Ovviamente l’accanimento maggiore è sul taglio del personale operativo. Il cuore pulsante della compagnia, gli organi, gli strateghi della gestione day by day rimangono sempre allo stesso posto.
I conti non tornano
E mentre si celebra l’arrivo dell’investitore straniero, l’invocazione della compagnia sexy, la magnificazione dell’ospite di riguardo, le uniche certezze che è dato di leggere sono 14 aerei che i nuovi genitori arabo/anglosassoni (l’italianità di Silvio fatalmente evaporata) trasferiscono ad un’altra compagnia del gruppo, mentre si valuta se eventualmente far arrivare nuovi wide bodies nella mirabolante misura di uno all’anno (spostandoli forse dalla flotta Etihad). Come diceva la famosa matrigna della Disneyana cenerentola “ho detto se”. Di fatto per il momento c’è una sola certezza (-14 aerei). I conti non tornano.  Certo si parla di aperture di nuove rotte (senza aerei?), che in parte riguardano i voli stagionali che AZ ha sempre operato (Chicago, Los Angeles) alcuni voli di medio raggio, il ritorno di Malpensa (aaaahhhh… malpensa si malpensa no.. sembra il titolo di una canzone di Elio e le Storie Tese),  intanto si chiude l’unico scalo verso l'africa (Accra) ma si rafforzano i
collegamenti con Abu Dhabi, la nuova madre patria. Insomma si espande il network certo. Quello di Etihad. E di AirBerlin.
Feederaggi alternativi
Il mio cervello ha emesso un segnale di allarme. Coloro che hanno montato la colossale campagna 2008 contro Air France inclusa qualche sigla sindacale ululavano contro il futuro francese fatto di feederaggio a vantaggio della mega compagnia transalpina. Dicevano che Air France avrebbe fatto i suoi interessi trasportando i passeggeri a Parigi…e sostenevano dunque la scelta di Air One.  Infatti, nei patriottici anni CAI  attraverso le alleanze si è fatto feederaggio a Air France KLM (!), licenziato 12.000 persone, ridotto il numero degli aerei nonostante la fusione con air One, per vendere poi a Ethiad l’intero pacchetto dopo aver dismesso la ex fondamentale compagnia privata. E adesso il feederaggio lo si fa su Abu Dhabi... Sono sicuramente io ad essere forzatamente pessimista. Forse le cose non sono coì nere come sembrano… insomma, me lo auguro. Tuttavia capirete, vero, che dopo una serie infinita di ristrutturazioni tutte pagate a prezzi altissimi l’ottimismo è latitante e la fiducia in fin di vita. Siamo tutti ancora sotto shock dopo “rinascita” del 2009. Ovviamente auguro la ripresa e ricchi guadagni e benessere a chi è rimasto. E anche che tutti rosei spot pubblicitari che hanno accompagnato le celebrazioni del nuovo inizio si avverino.
Leggere gli altri per credere
Mi sono tuttavia imbattuta in un paio di articoli stranieri, (l’informazione nostrana mostra una capacità di critica uguale a quella dei sudditi del celebre imperatore che girava nudo..) che appunto parla della nuova ripartenza: uno descrive la situazione augurandosi che la ristrutturazione sia accompagnata anche da un cambio di mentalità.  Il secondo  dal titolo indicativo e per me accattivante “Il piano di svolta Alitalia sembra molto familiare  è una critica velenosa a tutta l’operazione che - a parte una serie di colpi bassi al mio residuo italico orgoglio, e al tipico spirito campanilistico che inspiegabilmente pervade tutte le persone Alitalia, anche quelle cacciate a calci o volontariamente allontanatesi -  ho trovato piuttosto divertente anche se pieno di pregiudizi etnocentrici (non è che io abbia trovato che gli assistenti di volo delle altre compagnie occidentali siano questi fenomeni di gentilezza e orientamento al cliente, nevvero) contro gli Italiani. Ammettiamo che qualche criticuccia ce la meritiamo, anzi, se la meritano, loro, gli starteghi, se non altro per come hanno gestito nell’ultimo ventennio non solo la compagnia ma tutto il Trasporto Aereo italiano.  In effetti persino l’articolo seriamente descrittivo ci racconta (nel caso non ci fosse stato sufficientemente chiaro) che l’Italia è l’unica tra le nazioni più popolate d’Europa a non essere la patria di una grande compagnia aerea di quelle considerate capofila strategiche di gruppi importanti. Chissà perché…    
I cinque elementi del rilancio: network, flotta e alleanze..

I 5 elementi fondamentali alla base nuovo piano Alitalia Etihad, come ci viene detto, sono: il network, la cooperazione con le compagnie partner, la flotta, i servizi al cliente (che da passeggero è stato upgradato ad “ospite”) ed il brand.
Si parla di incrementi di rotte dai tre aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Linate, sia sul medio che sul lungo. Di effettivo c’è sicuramente l’apertura di voli su Abu Dhabi, sia da questi aeroporti che dalla periferia, ma delle nuove rotte di lungo raggio sul sito non vi è ancora traccia: non si capisce quando saranno effettivi. In compenso come già detto si cancella il collegamento con Lagos ed Accra mentre sul versante nazionale sono comparsi una serie di tweet che lamentano la riduzione dei voli fra Milano e Lamezia. Evidentemente i nuovi collegamenti menzionati si basano sulla cooperazione con gli alleati, perlomeno per Alitalia già partner di Sky Team, alleanza che vede al suo interno le grandi Air France-KLM e Delta che storcono il naso di fronte a Ethiad. Nel versante medio raggio, ci sono i piccoli regional già controllati dagli arabi: Ethiad Regional (ex Darwin) ed il gruppo Air Berlin, sempre marchiato Ethiad al quale vanno i 14 airbus ex AZ. L’eventuale incremento della restante flotta AZ rimane nella vaghezza delle intenzioni. Come già detto, si promettono valutazioni in merito. Attendiamo fiduciosi, ma senza aerei non si va da nessuna parte.

..e ospiti e brand
I servizi al cliente e il rinnovamento del brand non possono mancare nella lista dei buoni propositi. il primo è suggellato dalla Customer Excellence Training Academy attraverso la quale si tenterà di rendere la compagnia sexy per i suoi ospiti (Be our guest! Be our guest! Put our service to the test) mentre il secondo, a detta della nuova dirigenza, deve essere completamente rinnovato, insieme alla identità visiva per cercare di “catturare e interpretare l’essenza dell’Italia”. A questo punto occorre citare la sarcastica osservazione del malefico Crankyflier, autore del secondo articolo:
What Alitalia needs is a new brand, including a new livery, right? No. But that’s what’s happening. The name will stay but everything else changes. Oy. Apparently the airline needs a new brand that will “capture and embody the essence of Italy.” Seems to me that the current Alitalia captures the essence of Italy quite well”. Nel bene e nel male, aggiungerei. Quindi ci dovremo dimenticare della elegante livrea coi colori di bandiera ed il logo con la A tricolore… sperando che l’idea di fondo non ricalchi quella degli aerei dedicati all’Expo attualmente in flotta. E che la nuova misteriosa uniforme tenga conto che le sexy hostess Alitalia, pur essendo bellissime, non sono delle giovani pulzelle di primo pelo. Si teme, da quanto asserito in varie riprese dalla nuova dirigenza, che la visione del ruolo delle assistenti di volo si collochi un pochino al di sotto di una sana gender equality.Un passo indietro rispetto alla considerazione delle hostess delle altre compagnie europee. Occorre anche ricordare che gli assistenti di volo hanno come compito primario la tutela della sicurezza dell’aereo e dei suoi occupanti, anche se a loro è stato poi affidata anche la cura del cliente.. pardon, l'ospite.

Chi fa cosa?
All’inizio del suo ostile articolo Crankyflier recitava: “Adesso, la nuova strategia è stata annunciata ufficialmente e somiglia tanto a quella proposta l’anno scorso. Sembra anche simile a quella che Alitalia ha abbandonato nell’ultima decade dopo la fusione con Air One”, cioè prima dell’intervento della mirabolante soluzione di nostro signore dell’Italianità e dello stratega di Banca Intesa. Quindi su questo concordo con l’etnocentrico spietato critico.
Tirando le somme mi sembra chiaro che c'è qualcuno che si sta piazzando molto bene al centro del mediterraneo, occupando un vuoto sia industriale che istituzionale e tirando le fila di tutta questa operazione, ma non è altrettanto lampante quale sarà il futuro peso della nostra ex compagnia di bandiera all’interno di queste strategie. Ovvio: la speranza è l’ultima a morire. Dopo i posti di lavoro naturalmente.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Alitalia e le uniformi della discordia

Alitalia: l'accordo di Pasqua

Io sto con i lavoratori Alitalia